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Che cos’è il tè verde?

    Definire cosa sia il tè verde equivale alla difficile impresa di dare una definizione comune a centinaia (migliaia?) di varianti della tipologia di tè, insieme al tè nero, più prodotta e consumata al mondo. Solo la Cina produce annualmente circa 2 milioni di tonnellate di tè verde, in infinite varianti, dalle più tradizionali alle più innovative.

    Per cercare di fare un po’ d’ordine e trovare almeno i denominatori comuni di questa incredibile varietà è importante innanzitutto ricordare che tutti i tè sono ottenuti dalla stessa pianta, la camellia sinensis, e che le differenze tra una tipologia di tè e l’altra derivano dai territori, dai metodi di coltivazione e dalla lavorazione delle sue foglie. Quali sono allora le caratteristiche comuni che accomunano i tè verdi?

    Questione di ossidazione

    Sebbene possano variari i sistemi di coltura, i periodi di raccolta, la scelta delle foglie, la loro manipolazione e tanti altri aspetti della produzione del tè, tutti i verdi hanno in comune la caratteristica di essere dei tè non ossidati. L’ossidazione è il fenomeno di reazione tra la foglia appena raccolta dalla pianta a contatto con l’ossigeno, la stessa che possiamo osservare ad esempio quando vediamo annerire una mela appena affettata. Allo stesso modo anche le foglie di tè tendono a subire naturalmente lo stesso processo di annerimento (è così che nascono i tè neri!), che nella produzione di tè verdi viene interrotto attraverso la cottura.

    Il tè è cotto?

    Ebbene sì: tutti i tè verdi subiscono un vero e proprio passaggio di cottura che ha la funzione di interrompere il processo di ossidazione delle foglie! A pensarci bene non è poi così strano, tutti noi adottiamo lo stesso procedimento in casa quando cuociamo verdura o carne per evitare che annerisca in frigorifero e prolungarne la durata, e altrettanto avviene per i tè verdi.

    I principali metodi di cottura sono essenzialmente due: la cottura “in padella” tipica della Cina (immaginate dei wok molto grandi, oggi sostituiti spesso da tamburi industriali) o la cottura al vapore di tradizione giapponese. Dopo la cottura la maggior parte dei tè verdi viene poi arrotolato (ma non tutti) e infine essiccato, per mantenere a lungo il suo colore e il suo aroma.

    Il sapore

    Con una tale varietà di tipologie di tè verde, riassumere in poche righe il suo sapore è praticamente impossibile. Si passa dalle varianti più fresche, erbacee e vegetali come il Wu Lu, che ricorda l’odore della rugiada, a quelle marine, iodate, lievemente sapide di un Sencha, e infinite altre sfumature tra l’uno e l’altro. Possiamo però dire con certezza che un tè verde non dovrebbe mai essere amaro o insapore: se così fosse è segno che qualcosa non va, nella qualità del tè o nella sua preparazione. Spesso ci capita di sentir dire che “il tè verde non mi piace“, ma altrettanto spesso la motivazione va proprio cercata in una scelta o un’infusione poco accurate.

    I benefici del tè verde

    Quante volte ci è capitato di sentire declamati strabilianti benefici per la salute legati al consumo di tè verde? Antiossidante, preventivo, dimagrante, depurativo, ringiovanente: probabilmente non c’è miracolo che prima o poi non sia stato associato alle nostre amate infusioni. Tocca a noi purtroppo darvi una piccola delusione: sebbene sia accertata la presenza di polifenoli e flavonoidi nell’infusione delle foglie di tè verde, non esiste ad oggi nessuno studio serio che accerti il loro effetto positivo sulla nostra salute, nonostante le tante promesse che si possono sentire in giro. L’unico effetto accertato sul nostro corpo è strettamente legato all’assunzione di teina (cioè caffeina) naturalmente contenuta nel tè (ne parliamo qui).

    Noi però preferiamo considerare il tè come un momento di gusto e piacevolezza, una pausa di benessere o un’abitudine quotidiana, e non come una medicina o una pozione magica!

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