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Di cosa parliamo quando parliamo di teina

    Parlando di tè, prima o poi si finisce inevitabilmente a parlare di teina: è arrivato quel momento. Potremmo farlo in due modi: in maniera molto tecnica, con tanti nomi scientifici difficili da pronunciare e concetti un po’ distanti dalla vita vera, oppure cercando di semplificare il più possibile ma di passare le informazioni essenziali che possono essere utili a capirci qualcosa di più.

    Abbiamo scelto il secondo modo 😊

    Cos’è la teina

    Partiamo da un’informazione chiave, probabilmente la più importante per approcciare il discorso: teina e caffeina sono esattamente la stessa cosa! Si tratta di un alcaloide, cioè una sostanza organica contenente azoto solitamente di origine vegetale, che in natura è presente in circa 60 specie di piante, tra cui la pianta del caffè, quella del tè e quella del cacao. Si tratta di un sistema di difesa utilizzato dalla pianta per evitare che le sue foglie vengano attaccate da alcuni tipi di insetti per i quali questa sostanza è tossica o repellente. Tutte le piante di tè producono teina per difendere le loro foglie, ma diverse circostanze possono influenzare la concentrazione della molecola.

    In quali tè c’è più teina

    Uno dei fattori principali che determina la quantità di teina presente nelle foglie è la loro età. Le foglie più giovani, infatti, sono più vulnerabili agli attacchi degli insetti e per questo vengono protette maggiormente dalla pianta, che le irrora con un maggior contenuto di teina, al contrario di quelle più anziane. Per questo, ad esempio, i tè prodotti con foglie giovani e gemme sono più ricchi di teina rispetto a quelli prodotti da foglie più grandi e anziane.

    Un altro dei fattori che influenza la presenza di teina nelle foglie è la stagione di raccolta. In estate la pianta è indotta a produrre una maggiore quantità di teina perché gli attacchi degli insetti sono più numerosi e quindi ha bisogno di una difesa più consistente. Al contrario, durante le stagioni più fredde una minore presenza di insetti nell’ambiente rende superflua una grande produzione di teina.

    Infine, alcuni metodi di coltivazione possono influenzare la presenza di teina nelle foglie. E’ il caso dell’ombreggiatura, la tecnica normalmente utilizzata per la produzione di tè verdi giapponesi di pregio come il Gyokuro o il matcha. Come reazione a questa pratica, la pianta è indotta a concentrare alcuni elementi nelle sue foglie, tra cui la clorofilla e, appunto, la teina.

    Il metodo di lavorazione delle foglie raccolte, invece, ha un impatto solo marginale sulla quantità di teina nella bevanda. Se da una parte è vero che alcune tecniche come la tostatura dell’Hojicha o la fermentazione del Pu’er riducono drasticamente la quantità di teina dalla bevanda, dall’altra non c’è una sostanziale differenza tra il contenuto di teina di un tè nero, un tè verde, un tè bianco ecc. se non quella dovuta alla scelta delle foglie di origine.

    La teina dà energia?

    Siamo abituati a credere che la caffeina (e di conseguenza la teina) apporti energia al nostro organismo. Non è esattamente vero. Uno degli effetti principali della caffeina è quello di ridurre l’assorbimento dell’adenosina dai recettori del nostro cervello. L’adenosina viene prodotta dall’organismo durante tutta la giornata e il suo accumulo determina la sensazione di stanchezza e sonnolenza. La caffeina compie un piccolo inganno all’interno del nostro cervello, riduce la sensibilità dei recettori dell’adenosina e ci fa credere di essere meno stanchi.

    A parità di contenuto di caffeina, però, l’azione del caffè e del tè sulla nostra percezione di energia sono molto diverse. Questo è dovuto ad altre sostanze contenute nel tè e assenti o presenti in minori quantità nel caffè: la L-teanina e i polifenoli. Cercando di tener fede al nostro proposito iniziale, cerchiamo di semplificare: da un lato, la L-teanina ha il potere di stimolare il rilassamento e la concentrazione, bilanciando quindi l’azione “energetica” della teina; dall’altro i polifenoli hanno la caratteristica di “intrappolare” le molecole di teina e quindi di rallentare il loro assorbimento nel nostro organismo. Per questo consumare caffè o tè ci dona sensazioni diverse: il primo conferisce una stimolazione più immediata, ma di breve durata; il secondo ha un’azione eccitante più blanda ma prolungata nel tempo.

    Ridurre il consumo di caffeina

    Dal momento che ogni corpo reagisce in modo diverso a queste sostanze, alcune persone, per motivi diversi, possono sentire il bisogno di ridurre il loro consumo di caffeina (e quindi di teina). In questo caso la scelta del tè può essere determinante, perché come abbiamo visto alcuni possono contenere più teina a causa dei loro metodi di coltivazione, mentre altri possono contenerne molta meno a seguito di lavorazioni particolari come la tostatura o la fermentazione. Anche la composizione della miscela può avere un impatto in questo senso: nel Kukicha, ad esempio, le foglie di tè sono sostituite dagli steli della pianta, naturalmente poveri di teina. Allo stesso modo, alcuni tè aromatizzati possono contenere una quantità inferiore di teina perché, a parità di peso, il contenuto di foglie di tè può essere inferiore rispetto ad un tè puro, sostituito da frutta, spezie o altre erbe. Un esempio “estremo” è il nostro Leccese: benché contenga sia foglie di tè che chicchi di caffè, il contenuto di teina è davvero basso perché iltè è una percentuale ridotta della ricetta e il caffè è decaffeinato!

    Qualche esempio di tè con poca teina dalla nostra collezione:

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