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Che cos’è il tè matcha?

    Negli ultimi anni sentiamo spesso parlare di matcha e abbiamo ben in mente la polvere, le bevande e i dolci dall’intenso colore verde. Ma di cosa si tratta?

    Il tè matcha è un tipo di tè verde giapponese, che subisce sia una tecnica di coltivazione speciale, sia un processo produttivo unico da cui si ottiene la sottile polvere brillante che siamo abituati a vedere.

    Partendo dalla tecnica di coltivazione, innanzitutto è importante ricordare che tutti i tè derivano dalla stessa pianta, la Camellia Sinensis, e le diverse tipologie di tè sono il frutto della coltivazione o della lavorazione delle foglie. Nel caso del tè matcha, la sua coltivazione prevede un passaggio speciale chiamato ombreggiatura: tre o quattro settimane prima del raccolto, le piante vengono coperte dal sole con degli speciali teli che coprono l’intera coltivazione! In questo modo la crescita delle foglie si rallenta e la pianta è stimolata a produrre una quantità maggiore di clorofilla e amminoacidi, in particolar modo la theanina. Clorofilla e amminoacidi saranno i principali responsabili del colore e del sapore del prodotto finale.

    Le particolarità di questo tè non si fermano però all’ombreggiatura. Dopo circa 20 giorni, solo le foglie più giovani e delicate vengono raccolte, solitamente a mano e “cotte” al vapore per bloccare l’ossidazione. Vengono poi lasciate asciugare e vengono rimossi nervature e boccioli, ottenendo quello che viene chiamato tencha. Il tencha subisce infine il processo di macinatura, utilizzando mortai meccanici in pietra che molto lentamente riducono le foglie in polvere sottile come talco. La lentezza di questo processo è fondamentale: una macinazione troppo veloce produrrebbe calore che inevitabilmente altererebbe l’aroma della polvere e per questo si arriva fino ad un’ora per macinare solo 30 grammi di foglie!

    Di cosa sa il matcha?

    Descrivere il sapore del matcha non è semplice, soprattutto per le abitudini occidentali. Da queste parti, infatti, non abbiamo molta familiarità con il concetto di umami, ovvero il “quinto” sapore percepito nella nostra bocca che unisce insieme dolce e salato. Sicuramente si tratta di un sapore molto vegetale, come rugiada su un prato, dolce ma allo stesso tempo sapido, con degli accenni leggermente cremosi come di latte condensato. Vogliamo dirlo subito però: non è un sapore “facile” e nonostante l’ampia diffusione di bevande al matcha, non sempre viene immediatamente apprezzato dal nostro palato, specialmente nella sua forma più pura. Il nostro consiglio è di iniziare se possibile con un test di una piccola quantità di matcha prima di comprare un’intera confezione, spesso piuttosto costosa e facilmente deperibile dopo l’apertura.

    Come si prepara il tè matcha?

    Il tè matcha è il protagonista della tradizionale cerimonia del tè giapponese e viene preparato con una tecnica speciale chiamata usucha. Nel Giappone contemporaneo, però, difficilmente viene consumato seguendo questo lungo rituale e sono sempre più diffuse le varianti al latte, aromatizzate, fredde, o in cui viene usato come ingrediente. Solitamente viene accompagnato da un piccolo dolce, chiamato wagashi, da consumare prima di bere il tè. In questo articolo vi raccontiamo più nel dettaglio come preparare il tè matcha in casa, sia con metodo classico, sia come tecniche meno ortodosse. Sul sito trovate anche una ricetta di biscotti al tè matcha!

    Quali sono le proprietà del tè matcha?

    Spesso si parla del tè matcha soprattutto per le sue presunte proprietà benefiche sulla salute. Come ci capita di dire spesso, però, da Giusmìn preferiamo parlare del tè per il suo sapore e per le sensazioni che sa regalarci, lasciando le valutazioni di questo tipo, vere o false che siano, a professionisti diversi da noi. C’è però una caratteristica del tè matcha che ci teniamo a sottolineare: l’ombreggiatura delle foglie, oltre a concentrare clorofilla e amminoacidi, genera anche una produzione maggiore di teina, di cui questo tè è ricco (sembra che i monaci buddisti lo consumassero proprio per stimolare la veglia!).

    Un po’ di storia

    Siamo abituati a collegare il tè matcha al Giappone, ma a sua volta l’abitudine di polverizzare il tè arrivò in Giappone nel 1191 dalla Cina, dove il tè veniva preparato in questo modo già da centinaia di anni. In seguito il consumo di tè matcha diventò sempre più popolare in Giappone come parte della vita dei monasteri buddisti, mentre andò a perdersi in Cina sostituito dall’uso del tè in foglie. La nuova tendenza al consumo del tè matcha in tutto il mondo ha riportato però anche in Cina un crescente interesse nella produzione e consumo di questo tipo di tè.

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